Parlare di turismo a Rovereto ed in Vallagarina, significa uscire da un ristretto ambito di turismo leisure (puro svago) e aprirsi a nuove forme di attrattività per la città. Per vocazione la città è città aperta al turismo culturale tradizionale (grazie a musei, eventi artistici, enogastronomia locale) ma anche a tipologie di offerta legate alla vocazione didattica e commerciale della città; pensiamo agli studenti e docenti universitari, partecipanti a convegni specializzati e aziende nuove che si insediano in ambiti quali Meccatronica, Manifattura e Trentino Sviluppo.
Una città come Rovereto deve avere una strategia ad ampio raggio, orientata all’attrattività di soggetti che vanno oltre la logica del turismo “mordi e fuggi”. Questo genere di frequentazione, infatti, spesso delude le aspettative del sistema commerciale cittadino. Rovereto dovrà quindi sempre più puntare su forme di turismo meno legate a numeri – poco impattanti economicamente – e privilegiare visitatori individuali culturalmente preparati a destinazioni di nicchia. Per promuovere un turismo che integri cultura, territorio, sport, l’APT deve operare in stretta collaborazione con le omologhe sedi di Trento o dell’Alto Garda per organizzare pacchetti che fondano turismo didattico, fruizione dei musei e prodotto enogastronomico dei territori circostanti; una strategia che ben si coniugherebbe con la crescente offerta di nuovi alloggi B&B che sta connotando la città, piuttosto che sulla ricettività alberghiera.
Sono molte le opportunità che la cultura roveretana ha saputo creare e proporre negli anni: le scuole, i musei, le associazioni, le fondazioni di alti studi etc. Fra questi istituti, quelli apparentemente più prolifici sono i musei, per i quali serve tuttavia superare il concetto tradizionale di “luogo della conservazione” e della esposizione didattica fine a sé stessa. Le istituzioni museali devono necessariamente aprirsi alla società sull’esempio del Museo Civico col Museo della Città, diventando laboratori di idee e sperimentazione aperti alla comunità. Per questo serve che i musei abbiano le porte aperte per i cittadini della Vallagarina, e siano per gli stessi luogo di apprendimento, crescita, creatività e confronto.
Uno dei sistemi museali più interessanti ma finora estremamente statico è il MART, oggi concepito come una sorta di masso erratico depositatosi a Rovereto con scarsi legami territoriali. Il ruolo del MART dovrebbe essere fondamentale per lo sviluppo culturale non solo della città, ma di tutta la Provincia. È necessario che il MART non si limiti al ruolo espositivo, ma divenga promotore di ogni espressione creativa dell’uomo: dalla danza alla musica, dalle arti visive ad ogni forma di espressività. In questo modo è pensabile un ruolo ed una presenza del museo in chiave moderna in tutte le manifestazioni trentine, allo scopo di valorizzarne l’aspetto culturale. Il progeto di collegare la piazza del MART coi giardini di Palazzo Fedrigotti dell’Università, col corso Bettini, rappresenta un segnale decisivo per allargare la connessione tra il Museo e la città, coinvolgendo gli spazi pubblici, il verde (collegato a sua volta con il Bosco della Città) e istituzioni prestigiose quali appunto il MART e l’Università stessi.
I Musei roveretani che più sono legati al territorio, per storia, vocazione o perché rappresentano una memoria che coinvolge l’intero territorio, sono il Museo Civico ed il Museo della Guerra. Il primo ha inaugurato una nuova sede presso il Palazzo Sichardt, inaugurando il “Museo della Città” che rappresenta la vetrina sia del capillare lavoro a livello scientifico e culturale storicamente svolto dall’Istituzione Museo Civico, sia un vero e proprio spaccato della ricchissima varietà della proposta culturale che Rovereto può vantare. Un percorso dal quale partono richiami territoriali che spaziano dai luoghi rosminiani alle orme dei dinosauri, da Zandonai agli archeologi, da Depero ai percorsi cittadini dell’architettura storica: una funzione con forte valenza turistica in via di strutturazione che richiede la collaborazione di APT, oltre che di tutte le altre istituzioni culturali.
Il Comune di Rovereto, socio del Museo della Guerra, sta mettendo a disposizione un nuovo spazio espositivo in piazza Podestà (ex Caserma D. Chiesa) che permetterà di avere una ulteriore vetrina sulla via storica oggi la più attrattiva per i turisti, ed allo stesso tempo incentivare la apertura di conoscenza del territorio che il Museo promuove, attraverso la manutenzione e le visite alle trincee ed i forti della Vallagarina.
I forti e la Campana dei caduti, sono luoghi simbolo della memoria ma soprattutto possono tramutarsi in luoghi della riflessione, di stimolo per una visione del futuro in cui l’uomo può affrancarsi. Il loro ruolo è quindi duplice – rappresentando da un lato memoria e conservazione, e dall’altro una proiezione rivolta al futuro – ma questa funzione va comunque intesa a generare una cultura che annulli le contrapposizioni ideologiche ed i confini statali per condurre l’animo umano verso la pace.