La proposta. Oggi la sua musica è quasi ignorata: potrebbe dare di nuovo lustro alla città
ROVERETO. Quello di Zandonai è un genio indiscusso tra gli esperti ed appassionati di musica. Ma rimane quasi sconosciuto – soprattutto, la sua musica – alla stragrande maggioranza dei suoi concittadini. «Da roveretano, e da musicista – scrive Simone Zuccatti – mi sono sempre chiesto perché fosse così difficile poter ascoltare musica di Riccardo Zandonai non solo nella sua città e nel suo teatro, ma ovunque in giro per il mondo. Forse perché l’organico di molti brani del maestro risulta oggi troppo oneroso per la maggior parte delle orchestre? Oppure perché egli scrisse principalmente opere liriche che, a causa del monopolio di nomi quali Verdi, Puccini e Mozart, sono oggi inevitabilmente sparite dai titoli di repertorio? C’è purtroppo un fondo di verità in entrambe queste considerazioni, tuttavia ritengo che l’impegno, la volontà e le idee dei singoli possano in qualche maniera ovviare a queste problematiche di carattere puramente economico.
Mi sono imposto di indagare nella grande produzione ancora inedita di Zandonai, per trovare materiale originale ed interessante, che fosse eseguibile con mezzi modesti e facilmente fruibile. Ho lavorato ad un corposo progetto di recupero e riscoperta di manoscritti di Zandonai, eseguiti dall’Orchestra da Camera “Spettro Armonico” sotto la mia direzione nel 2019 in occasione del 75° anniversario dalla morte del compositore. A testimonianza di questo lavoro è stato registrato un disco di prossima uscita, e il mio auspicio è che questo progetto prosegua, ed anzi diventi parte di un programma interdisciplinare più strutturato e coordinato direttamente dal Comune. Al momento varie istituzioni e realtà locali stanno lavorando a diversi aspetti di questa riscoperta zandonaiana, ma sarebbe utile che tutti i soggetti culturali cittadini le cui attività in qualche modo tocchino la figura di Zandonai (sotto il profilo storico e musicale) possano lavorare in sinergia per produrre materiale musicologico, e allo stesso tempo organizzare eventi per far diventare Rovereto non solamente la città dei vari Depero, Rosmini e Mozart… ma anche la città di Riccardo Zandonai.
Desidero quindi suggerire l’istituzione di un vero e proprio “Festival Zandonai”, un’occasione in cui si susseguano manifestazioni di vario genere e nel quale le vie della città – e finalmente anche il Teatro! – risuonino delle note del maestro: convegni di studi, concerti, musica nelle strade e in filodiffusione, incontri nelle scuole e visite ai luoghi zandonaiani (dalla casa natale al magnifico Teatro che porta il suo nome, che dovrebbe perciò diventare un’attrazione turistica, sempre aperto e fruibile dal pubblico), e così via. Nel segno della “continuità”, ritengo dunque valga la pena di proseguire l’importante lavoro di riscoperta delle musiche del maestro e metterle a disposizione della collettività attraverso un Festival – che potrebbe avere cadenza annuale o biennale. Un’occasione unica per Rovereto, in cui celebrare un cittadino che merita di tornare a dare lustro alla propria città non solamente nella forma astratta di un nome scolpito sulla facciata di un teatro, bensì attraverso le note concrete ed udibili della sua splendida musica».
Dal quotidiano Trentino, giovedì 20 agosto 2020

