Giornale Trentino | 08.02.2020 | di Paolo Mantovan
Valduga, avete lanciato “Idea Rovereto 2020”, una coalizione che è anche una “nuova idea”. Riuscirà a dare slancio a una coalizione che nasce su due mondi per cinque anni contrapposti?
Sì. Credo sia possibile. Soprattutto ora c’è la concreta possibilità per riuscirci. Sta a noi. Questa è un’idea “nuova” perché queste aree, (riformista, popolare, autonomista e liberale) non sono riuscite in questi anni, a Rovereto, a dialogare all’interno di un perimetro comune. Ora, invece, siamo in tanti ad aver capito che è possibile. E ci mettiamo insieme, riuscendo ad essere centrali.
“Centrali” nel senso che vi proponete come un nuovo “centro”?
No, non nel senso di un centro-centro, ma perché siamo centrali nella società, possiamo rappresentare interamente il “blocco sociale” come si usava dire un tempo: abbiamo pluralità di culture ed espressioni e ci tendiamo le braccia gli uni gli altri.